Scegliere di pubblicare i contenuti su Udemy

“Vorrei fare un corso on line ma dove posso pubblicare i miei contenuti?”. Che tu sia un insegnante di scuola, un docente universitario, un esperto aziendale o un semplice appassionato ed esperto di una materia, questo è uno dei primi interrogativi che bisogna affrontare per realizzare un percorso di formazione a distanza. Naturalmente la risposta è influenzata da molti fattori che riguardano lo scopo del corso, gli obiettivi formativi, il target e tante altre variabili di contesto. Ma d’altra parte molto dipende anche dalla conoscenza degli strumenti che consentono la distribuzione di contenuto via web. Una delle scelte più comuni è quella di affidarsi ad un learning management system (LMS), ovvero una piattaforma on line che permette di gestire, organizzare e rendere disponibili blocchi di contenuto e di strutturare una classe virtuale attraverso iscrizioni, strumenti di comunicazione e di valutazione. Molto semplice si direbbe, ma quale piattaforma scegliere? Ne esistono tante e con caratteristiche, scopi e ovviamente costi molto diversificati. Orientarsi in questo panorama, soprattuto per un non esperto, non è certamente semplice. Solo l’esperienza o l’affiancamento di un professionista può garantirci una scelta ottimale. soprattutto in progetti complessi. Ma non disperiamo e cerchiamo di affrontare la questione un po’ per volta cercando di familiarizzare con le principali piattaforme esistenti.

Una di queste è senza dubbio Udemy, fondata da Ernen Bali, giovane talento turco, e poi sviluppata in California, diventata un punto di riferimento per chi desidera realizzare e distribuire in modo semplice un corso on line.

Più precisamente Udemy è un course marketplace che propone un vasto catalogo di corsi on line, gratuiti o a pagamento (a partire da 10 euro) e dove è possibile proporne uno proprio. I corsi possono essere sia gratuiti che a pagamento. Questo orientamento alla vendita implica naturalmente delle caratteristiche che la rendono diversa da altri tipi di piattaforme che sono più”professionali” e complete  (pensiamo a Moodle o a Docebo). D’altro canto la rendono più immediata e di facile utilizzo anche per neofiti.

Udemy consente di strutturare un corso in sezioni che contengono le attività didattiche vere e proprie a cui è possibile agganciare ulteriori risorse di approfondimento. L’organizzazione dei contenuti è quindi di tipo modulare e questo aiuta lo SME ad organizzare in modo strutturato la propria conoscenza e lo studente ad affrontare in modo  semplice e progressivo l’apprendimento.

Le attività didattiche comprendono lezioni e valutazioni.

Le principale forma di lezione è il video, in cui il docente spiega in prima persona gli argomenti del corso con la possibilità di utilizzare sottotitoli sincronizzati se necessario. Il team di revisione di Udemy è abbastanza severo sulla produzione audio video e pretende una buona qualità tecnica per approvare il corso. Fortunatamente sono forniti suggerimenti e check list che aiutano molto durante la produzione. Il video dovrebbe essere il tipo di lezione predominante ma è possibile creare anche un mashup ovvero una composizione di video e slide in pdf che possono essere sincronizzate direttamente in piattaforma. L’ultimo tipo di lezione è di tipo testuale con la possibilità di semplice formattazione e aggiunta di immagini e link oppure direttamente di codice html.

Ad ogni tipo di lezione possono essere agganciate delle ulteriori risorse di studio come file scaricabili, altri video o link che rimandano a contenuti esterni alla piattaforma.

Molto comoda è infine la possibilità di caricare più file contemporaneamente (bulk upload) per conservare in una libreria tutte le risorse da utilizzare poi nelle diverse sezioni del corso.

Le attività didattiche di tipo valutazione consentono agli studenti di esercitarsi, di auto valutare il proprio livello di apprendimento e di ricevere feedback dal docente. Le possibilità si sono ampliate nel corso del tempo: si è passati dall’utilizzo di semplici quiz a risposta chiusa a strumenti più strutturati che simulano prove d’esame e test di accesso con una durata prestabilita e un punteggio minimo di superamento, fino a compiti a risposta aperta ed esercizi di coding specifici per esercitarsi con diversi linguaggi di programmazione.

Anche la comunicazione è stata col tempo ampliata e migliorata. Al momento è possibile scrivere annunci rivolti a tutta gli iscritti o inviare messaggi privati diretti ai singoli studenti; è inoltre possibile ricevere domande da parte degli studenti e fornire una risposta pubblica. Manca però un vero e proprio forum che consentirebbe di aumentare la coesione della comunità di apprendimento.

L’area tracciamento è forse quella che più meriterebbe un’espansione. Sembra infatti che la possibilità offerta di controllare le percentuali di completamento delle attività didattiche da parte di tutti gli studenti (non singolarmente ) serva più a fini di marketing che per avere un feedback sull’andamento dell’apprendimento della classe. Anche se è possibile fornire dei feedback sui compiti, al momento non è previsto un registro valutatore che collezioni giudizi e punteggi degli studenti e che faciliterebbe molto il compito dell’insegnante.

In conclusione Udemy, pur mancando ancora di soluzioni più avanzate per la comunicazione e il tracciamento degli studenti, è una piattaforma semplice da utilizzare, con una buona varietà di attività didattiche e di funzioni di comunicazione. Udemy è l’ideale per esperienze di auto-apprendimento ma si presta anche a corsi più formali che non necessitano una valutazione complessa, senza dimenticare inoltre che,  con più di venti milioni di iscritti, offre agli SMEs grandi possibilità di monetizzazione attraverso la vendita dei propri corsi.

Come trasformare un semplice documento in un syllabus di successo

Il syllabus è uno strumento importante per la buona riuscita di un corso ma diventa indispensabile se abbiamo intenzione di realizzare un corso on line, di qualunque tipo esso sia. Il syllabus, il documento scritto che presenta un corso e raccoglie tutto ciò che è importante sapere per affrontarlo in modo proficuo, aiuta il docente a chiarire i suoi obiettivi, le sue aspettative, i suoi metodi e offre la possibilità di riflettere in modo accurato e di progettare nel dettaglio ogni percorso di formazione.

Anche gli studenti hanno un notevole vantaggio dal suo utilizzo. Un buon syllabus consente di affrontare nel modo corretto lo studio, di programmarlo meglio, di impiegare in modo più efficiente il tempo, riduce l’ansia dovuta a incertezze, incomprensioni e sorprese improvvise che possono rendere inutili o quasi gli sforzi impiegati. Ma quali sono le informazioni che è necessario scrivere per trasformare una semplice raccolta di informazioni in un syllabus e quindi in un corso on line di successo?

Il primo passo è quello di partire da una sezione introduttiva che deve contenere gli elementi essenziali per l’identificazione del corso e dei docenti, come ad esempio: il nome ufficiale del corso ma anche un eventuale nome abbreviato; la modalità di e-learning utilizzata (full distance, blended…); dove e quando viene erogato;  le informazioni di contatto del docente e di eventuali collaboratori; una breve descrizione del percorso di formazione.

È utile poi passare al cuore del syllabus in cui vengono fornite tutte le informazioni che caratterizzano il corso in modo preciso. Probabilmente la prima sezione da sviluppare è quella relativi agli obiettivi didattici e agli outcomes del corso. Quale è lo scopo del corso, quali competenze o abilità svilupperanno gli studenti alla fine, se previsto quale tipo di compito/prodotto dovranno realizzare per concludere con successo il percorso?

Altre informazioni essenziali sono quelle relative alle fonti di studio. Indicare libri di testo o attività on line come materiale obbligatorio, raccomandato o supplementare, collegarli alle sezioni didattiche o alle settimane di studio previste nel corso, aiuta molto gli studenti. Non dimentichiamo poi che per un corso on line è indispensabile precisare software e altro materiale necessario e il modo in cui è possibile reperirlo e utilizzarlo.

Parte centrale del syllabus è senza dubbio l’outline del corso ovvero la sequenza di moduli, unità didattiche e attività didattiche previste con i relativi contenuti. Fondamentale è anche precisare quando saranno rilasciati tali contenuti e con quale cadenza o, in caso di corsi blended, le date degli eventuali incontri in presenza. Ciò promuove l’indipendenza degli studenti e consente loro di programmare in mondo più efficace lo studio.

Una delle sezioni più utili e spesso meno utilizzate è quella riguardante la valutazione. Inserire informazioni chiare e dirette sul modo in cui gli studenti verranno valutati, con quali criteri, fornire una lista di attività previste e definire quali sono obbligatorie e quali no, quali saranno tenute in considerazione per l’esito finale del corso e in che modo, implica un piccolo sforzo di scrittura per il docente ma riduce incomprensioni e ansia per gli studenti e di conseguenza facilita il lavoro per chi deve insegnare.

È possibile infine inserire una terza macrosezione in cui si raccolgono raccomandazioni e suggerimenti per gli studenti e informazioni ulteriori per dare una visione più approfondita dell’intera esperienza.

Un esempio di questo tipo di informazioni sono le abitudini di studio raccomandate. Ricevere suggerimenti sulle modalità di studio, sugli argomenti che sono considerati più importanti, sui criteri di valutazione, sulle aspettative del docente, consente agli studenti di concentrarsi sulle attività giuste e senza ansia.

È utile poi prevedere una raccolta di linee guida sui comportamenti che vengono considerati corretti all’interno della comunità di apprendimento (policy del corso). Sapere  in che modo è gradita la comunicazione con il docente, con quali modalità è preferibile interagire nelle classe (sia in presenza che on line), cosa succede se non si consegnano assegni entro i termini previsti e come è possibile rimediare, come comportarsi durante le valutazioni o esami, sono suggerimenti che evitano incomprensioni e aumentano la coesione e il raggiungimento degli obiettivi.

Infine è possibile prevedere una sezione in cui si descrive la propria filosofia di insegnamento, i metodi utilizzati, un po’ della propria visione e della propria storia professionale  e cosa ci si aspetta dal corso e dalla classe. Tutto ciò è utile per gli studenti che possono inquadrare in modo più preciso il contesto in cui apprenderanno e per l’esperto di contenuto che nel tempo potrà ripercorrere i cambiamenti e l’evoluzione della propria carriera.

Scrivere un syllabus significa non solo comunicare le giuste informazioni ma soprattutto prevedere un tempo per la riflessione e la progettazione. Sapere da cosa partire, conoscere cosa è indispensabile, prevedere una sezione introduttiva, una con gli elementi caratteristici e una con suggerimenti e raccomandazioni, consente di raccogliere velocemente i frutti del tempo investito nella scrittura del documento e di trasformarlo in un syllabus di successo.

Scopriamo la valutazione on line e i suoi vantaggi

Quando si parla di corsi on line, uno degli argomenti più controversi e dalle potenzialità spesso sottovalutate è la valutazione. Docenti, formatori e in generale esperti di contenuto (SMEs) tendono a volte a pensare che l’utilizzo di strumenti innovativi e a distanza possa in qualche modo diminuire la qualità del loro operato e il controllo e l’autorità che essi hanno sulla classe. Non c’è niente di più errato. Essere un buon formatore non dipende dagli strumenti utilizzati che anzi possono amplificare notevolmente l’efficacia del percorso di apprendimento. Scopriamo allora come l’utilizzo di strumenti di valutazione on line, come parte di un corso on line o come aggiunta ad un corso in presenza (cosiddetto web-enhanced), è un valido alleato per raggiungere gli obiettivi formativi di base e di alto livello e aiuta a migliorare l’organizzazione e l’attrattività dell’intero sistema di formazione.

In un corso on line è utile distinguere tre tipi di valutazione, ognuna con finalità diverse. L’autovalutazione ha come scopo quello di mettere in pratica quanto appreso nelle lezioni e di far esercitare lo studente in modo continuo lungo tutto il periodo del corso. Questo tipo di valutazione di solito non prevede punteggi o giudizi e in ogni caso quando questi sono previsti non influenzano in alcun modo il superamento e l’esito finale del corso. L’eventuale punteggio di un’autovalutazione fornisce infatti solo un feedback (allo studente e non al docente) del suo livello di preparazione e lo aiuta a modificare o a rinforzare le sue abitudini di studio.

Proprio su questo punto si differenzia il concetto di valutazione formativa che infatti ha come finalità quella di fornire una visione dell’andamento della classe al docente e all’organizzazione di cui fa parte che potrà così ottimizzare il percorso di apprendimento e le strategie didattiche. Comprendere quali argomenti sono stati assimilati, a quale livello e avere un’idea precisa delle difficoltà che gli studenti sperimentano, fornisce informazioni importanti per consentire ad un docente di aiutare i propri studenti. Inoltre potrà essere utile agli studenti per colmare le proprie lacune e per sviluppare skills e competenze che non sono facilmente raggiungibili con altre strategie didattiche, come ad esempio capacità di cooperazione o particolari performance in contesti complessi (si pensi semplicemente a simulazioni di test di accesso o di prove di esame).

Anche la valutazione formativa non influenza il superamento di un corso. Questo è infatti lo scopo della valutazione sommativa che prevede punteggi, giudizi, e fornisce al docente le informazioni finali o intermedie per valutare i singoli studenti

Qualunque tipo di valutazione si intenda implementare on line, essa comporta una serie di vantaggi fondamentali per la riuscita di un buon percorso di formazione. Pensiamo solo alle possibilità fornite dalla correzione automatica di semplici batterie di quiz a risposta chiusa, uno strumento spesso sottovalutato che permette di programmare momenti di verifica con il minimo sforzo per il docente. Questo consente, anche in classi numerose, una valutazione periodica e costante e una distribuzione ottimale del carico di lavoro e del recupero delle conoscenze lungo tutto l’arco della formazione.

Anche l’utilizzo di una valutazione maggiormente qualitativa non solo è possibile ma è anche facilitata dalla presenza di un LMS che consente agli studenti di caricare elaborati e ai docenti di raccoglierli e valutarli in modo semplice, diretto e organizzato. In questo modo è possibile sia inserire dei feedback individuali e instaurare un dialogo duraturo con i singoli studenti sia, nel caso di una classe numerosa, di fornire delle soluzioni “tipo” con cui gli studenti possono confrontarsi in modo autonomo e autovalutarsi.

L’utilizzo di una piattaforma permette inoltre nella maggior parte dei casi di collezionare i giudizi e le votazioni della classe in un registro disponibile direttamente on line. Oltre all’ovvio vantaggio logistico e organizzativo questo consente anche di effettuare operazioni automatiche sulle valutazioni fornendo ad esempio medie, somme di punteggi, relativi sia all’intera durata del corso che a singoli periodi/unità significative (ad esempio settimane, semestri, UD, moduli).

Un ulteriore vantaggio che non è sempre evidente, è la possibilità di realizzare attività di valutazione più sofisticate di quelle che è possibile fare in presenza senza strumenti informatici. Nella maggior parte dei casi la valutazione on line piuttosto che porre delle limitazioni aggiunge quindi qualcosa in più grazie alla tecnologia.

Naturalmente per utilizzare al meglio queste possibilità è necessario avere almeno un’idea generale di quali strumenti e attività è possibile realizzare.

Uno degli strumenti più utilizzati è certamente il quiz: Una domanda diretta che prevede la possibilità di scegliere tra un numero chiuso di risposte o di digitare una risposta aperta.

La scrittura e la consegna di elaborati è un’altra attività fondamentale. Abbiamo già visto come l’utilizzo attraverso una piattaforma possa aumentarne l’utilità. Ma un elaborato può essere redatto anche in modo meno tradizionale. Ad esempio come mini task all’interno di discussioni in forum tematici oppure in forma collaborativa attraverso l’utilizzo di un wiki o ancora sotto forma di blog.

La scrittura ed altri strumenti di natura collaborativa aprono le porte ad un intero mondo di attività di valutazione on line. La possibilità di discutere in modo organizzato delle tematiche fornite e moderate dal docente oppure la valutazione tra pari (peer review) offre infinite possibilità difficilmente attuabili in una classe soprattutto se numerosa.

Probabilmente però ciò che maggiormente rende caratteristica la valutazione on line è l’uso di alcune forme di interattività. La possibilità di creare in modo semplice e poi di valutare delle attività di natura manipolativa aiuta a testare e ad allenare conoscenze, abilità e competenze in modo efficace ed accattivante. Sia che si tratti di drag&drop, di ordinamento di elementi, di inserimento di testi mancanti (cloze) o di interazioni più complesse con l’ambiente di apprendimento (hotspot, slider ) le possibilità sono limitate solo dall’esperienza dell’esperto di contenuti e dalla bravura di instructional designer e realizzatori.

L’utilizzo di sistemi di valutazione innovativi è un vantaggio per docenti, organizzazioni e studenti. Se abbiamo provato a darne una brevissima panoramica va da se che l’argomento merita un approfondimento e soprattutto l’affiancamento di professionisti del settore che possono aiutare gli SMEs a trasformare la propria conoscenza ed esperienza in corsi on line di successo. Ne vale davvero la pena.

Tre parole da conoscere per organizzare i tuoi contenuti in un corso on line

Essere un buon insegnante è certamente un requisito essenziale per realizzare contenuti di qualità per un corso on line. Ma molto spesso questo non basta. La tecnologia non trasforma automaticamente la conoscenza e l’esperienza di un buon docente in un buon corso on line. Progettare e realizzare attività didattiche, learning object, significa soprattuto scrivere e organizzare contenuti in modo specifico per l’obiettivo formativo del percorso di apprendimento. Significa inoltre conoscere e tenere conto delle caratteristiche del mezzo che si intende utilizzare e dei formati più efficaci per rappresentare i contenuti. È per questo che una buona scelta è quella di affondarsi a professionisti del settore  (ad esempio instructional designer e realizzatori multimediali), che possono affiancare l’esperto di contenuti e garantire così che lo sforzo realizzativo si trasformi in un percorso di formazione di successo È possibile in ogni caso partire da alcune concetti di base che possono aiutarci molto ad andare nella giusta direzione.

È utile pensare a tre fasi: identificare i contenuti, ordinarli secondo un percorso strutturato e solo in ultimo passare alla fase di scrittura.

Mappa dei contenuti.  Qualunque sia il percorso di formazione che intendiamo progettare è molto utile avere una rappresentazione dei contenuti che si intendono inserire nel corso. Si può partire da una base già consolidata o cominciare completamente da zero ma l’importante è avere una chiara visione degli argomenti da insegnare e delle loro caratteristiche. È possibile ad esempio realizzare una mappa concettuale in cui si disegnano le relazioni fra i vari nodi identificando se si tratta di argomenti di base, essenziali per raggiungere gli obiettivi formativi, o se si tratta di argomenti propedeutici o ancora di approfondimento o meta-didattici. Una rappresentazione di questo tipo potrà aiutare molto a prendere decisioni su strategie didattiche, modi di realizzare e rappresentare i diversi argomenti del corso.

Outline. Il secondo passo fondamentale è quello di trasformare una mappa dei contenuti in una sequenza ordinata e organizzata. La struttura tipica prevede l’identificazione di moduli/sezioni che sono i raggruppamenti di contenuto più ampi. Ogni modulo può contenere più unità didattiche (UD), ciascuna con una propria coerenza rispetto ai contenuti , pensiamo come esempio il capitolo di un libro. Infine ogni UD è composta da singole attività didattiche (AD) che sono gli atomi di formazione ciascuna con obiettivi didattici ben definiti. Una struttura di questo tipo consente di organizzare i contenuti identificati nella mappa in una organizzazione modulare e composta di chunks ossia di piccole unità che semplificano e favoriscono l’apprendimento da parte degli studenti.

Può essere utile inoltre pensare l’outline come composto da tre “zone”.
La parte iniziale è quella con l’obiettivo di motivare e attirare l’attenzione degli studenti attraverso ad esempio l’uso di lezioni introduttive in cui si spiega cosa si imparerà, quali vantaggi darà seguire il corso. In questa “zona” si può inserire una “quick win”, una vincita facile. Si tratta di contenuti facili da apprendere e immediati da applicare così da permettere, anche agli studenti meno brillanti, di portarli a termine in modo semplice e di guadagnare subito motivazione.
La parte centrale del corso è invece dove c’è il cuore del corso con gli argomenti e le competenze che gli studenti vogliono imparare. È importante identificare bene le sezioni e le UD in modo da avere una coerenza interna per ogni sezione e preferibilmente un solo obiettivo/concetto per ogni AD. Ogni sezione inoltre dovrebbe contenere un’attività pratica, una di valutazione e un approfondimento.
L’ultima parte dell’outline corrisponde alla fine del corso. È qui che bisogna tirare le somme e consentire agli studenti di mettere insieme gli elementi appresi e di prenderne consapevolezza aumentando il loro appagamento e il loro desiderio di apprendimento.

Scripting. Scrivere bene è un’abilità che non si apprende in breve tempo e senza sforzo. Inoltre la qualità della scrittura non è qualcosa di generale ma dipende dalla sue finalità e dal media e dal formato che verrà utilizzato. La prima cosa da sapere quindi è semplicemente: in che modo verrà resa la scrittura di un contenuto per un corso? Ad esempio un testo che verrà mostrato sullo schermo dovrà essere sintetico, chiaro e con i punti importanti ben evidenziati senza ricorrere a strutture complesse. Questo per non affaticare l’utente ed evitare che tenda automaticamente a saltare blocchi di testo per velocizzare la sua lettura (cosiddetto skimming). Le cose cambiano se parliamo di un testo che verrà letto da un documento scaricabile e quindi stampabile. Ancora diverso è un testo scritto per una lezione audio, dove si potrà essere più descrittivi, o per un video dove si potranno omettere alcuni riferimenti perché visualizzati direttamente nel video.
La seconda cosa da considerare è il tipo di attività didattica. È importante prima di iniziare a scrivere, avere chiaro in mente se il testo dovrò servire per un’attività didattica di base, per un approfondimento, come tema per una discussione su un forum o per una valutazione e di che tipo.
Infine non dimentichiamo qualcosa che dovrebbe essere ovvio ma spesso si tende a trascurare: una scrittura di qualità deve avere ben presente il proprio target. Conoscere l’età, il grado di istruzione, il livello di conoscenza degli argomenti del corso, le aspettative e le finalità degli studenti è fondamentale per centrare l’obiettivo.

Scrivere contenuti di qualità per un corso on line non è certo un’abilità che si può apprendere i pochi minuti. Conoscere però cosa è una mappa dei contenuti, come è strutturato un outline e prendere consapevolezza dei vincoli della scrittura può aiutare moltissimo, spianando la strada alla realizzazione di un percorso di apprendimento di successo.

Cinque cose da considerare per elaborare contenuti di qualità per un corso on line

È un luogo comune piuttosto diffuso quello di credere che per il solo fatto di utilizzare nuove tecnologie e di portare i contenuti di un corso dalla modalità classica una quella on line, tutto automaticamente diventi più efficace e più accattivante.
La tecnologia non è di per sé un elemento di miglioramento.
La forma e le modalità di trasmissione ed erogazione contano e sono importanti. Ma nessun percorso di formazione sarà un corso di qualità senza che i contenuti siano di qualità e senza dedicare tempo e sforzi per la loro organizzazione.
Ma anche questo da solo non basta.
Per progettare un corso on line è necessario che i contenuti siano elaborati o adattati rispetto al media utilizzato. Non è sufficiente la bravura o l’esperienza dell’esperto della materia, non basta che il materiale didattico sia già stato utilizzato con successo in corsi in presenza da anni. Progettare contenuti per corsi on line è sostanzialmente diverso dal sostenere un corso in presenza o dall’utilizzare direttamente materiali  di cui si è già in possesso, per quanto di ottima qualità.

Un corso on line è realizzato da diversi attori che interagiscono fra loro come esperti di contenuto, instructional designer, tutor, realizzatori multimediali. Questi attori hanno bisogno di un certo tempo per elaborare e rendere disponibili i contenuti. Per questo è necessario  pianificare con largo anticipo “lezioni” che in modalità classica potrebbero essere preparate anche con un margine di tempo molto inferiore rispetto al loro utilizzo.

Il media utilizzato influenza il contenuto che veicola. Per quanto sia evidente che partecipare ad una lezione di due ore in aula non sia la stessa cosa rispetto a guardare una ripresa video della stessa durata seduti ininterrottamente davanti ad un computer, spesso questo viene dimenticato. Lo stesso vale per delle slide di presentazione mostrate con efficacia in presenza  che diventano inutilizzabili on line senza la presenza del docente che le illustra. O ancora non è possibile pensare di utilizzare la trascrizione della lezione in presenza per farla leggere e studiare interamente dal monitor di un computer. Scrivere contenuti di qualità vuol dire anche conoscere e rispettare i formati del mezzo che si utilizza.

Le strategie didattiche che si utilizzano in un’aula possono essere di gran lunga differenti da quelle che vengono erogate in un corso on line. Anche quando le finalità sono del tutto simili, come una discussione in aula e un forum tematico on line, i formati e le modalità di interazione tipiche di ogni contesto ci impongono di strutturare ed elaborare i contenuti in modi diversi. Esistono inoltre attività che sono specifiche di una modalità di erogazione e non di un’altra, come attività in cui si prevede la manipolazione del testo con drag&drop o altre forme di interazione con elementi multimediali. Per realizzare un buon corso on line vanno sfruttate le potenzialità offerte dalla tecnologia e i contenuti vanno elaborati di conseguenza.

Un’altra cosa da considerare è legata al modo in cui si sviluppano le interazioni sociali e di comunicazione durante l’erogazione di un percorso di formazione. In un’aula fisica le interazioni possono essere molto più dirette e continue rispetto ad un corso on line, soprattuto se di tipo asincrono cioè che può essere fruito in qualunque momento della giornata perché non prevede la presenza diretta di un docente on line. Queste interazioni possono modificare, se necessario, il flusso dell’insegnamento in aula. Semplicemente il docente può riorientamento la sua lezione in base alle esigenze e ai feedback espressi dall’aula. Questo naturalmente non può avvenire , o può avvenire in parte minore, in un corso a distanza. È quindi necessario prevedere in anticipo le possibili esigenze dell’aula e progettare contenuti che possano essere adattati alle esigenze dei singoli destinatari. Prevedere ad esempio contenuti di base da recuperare, focus su argomenti che potrebbero risultare particolarmente complessi per alcuni studenti, fornire approfondimenti sono utili strategie ottimizzare il livello della classe.

Non c’è altro modo per avere un buon corso on line che partire da contenuti di qualità. Ma non bisogna dimenticare che, sia che siano già esistenti o da scrivere ex novo, devono essere elaborati pensando in modo specifico alla finalità per cui saranno utilizzati.

Non accontentarsi di credere che la tecnologia da sola migliori i nostri contenuti, pianificare, tenere conto del mezzo utilizzato e delle strategie didattiche progettate, considerare le interazioni prevedendo e anticipando i bisogni di diverse tipologie di destinatari sono un ottimo inizio per realizzare un corso on line di qualità. 

Perché non puoi fare a meno di sapere che cosa è l’engagement

Che tu sia un professore, un formatore professionale o un docente, sia se gestisci una classe on line o in presenza, dovresti averne ben presente il significato. Forse ne avrai sentito parlare, potresti aver pensato che si tratti di una riduttiva semplificazione anglosassone, di un concetto vuoto o magari al contrario di una formula difficile da imparare e ancor di più da attuare, alla portata solo di pochi professionisti o di luminari. Niente di tutto questo.

Probabilmente non esiste il segreto per essere un formatore perfetto, certamente non ci si può limitare ad avere una buona conoscenza dei contenuti dell’insegnamento, ma se qualcosa si avvicina potremmo pensare che si tratti dell’engagement.

Ma allora di cosa si tratta?

Per engagement (letteralmente fidanzamento, impegno) si intende il coinvolgimento, la partecipazione attiva dello studente al processo di apprendimento, favorita da una strategia di insegnamento che vada oltre la semplice lezione dove iil passaggio dell’informazione è continuo. piatto e unidirezionale.

La lezione classica mantiene sempre una sua validità ma, soprattutto nel lungo periodo, utilizzare strategie didattiche che favoriscono il coinvolgimento, le emozioni positive, gli stimoli di riflessione e di interazione, produce dei vantaggi non trascurabili.

Proviamo a vederne brevemente qualcuno.

Motivazione. Essere coinvolti nell’apprendimento significa come prima cosa avere la motivazione al raggiungimento dell’obiettivo. Attività che spingono a riflettere su noi stessi, sul perché realmente stiamo seguendo un percorso di formazione, sul modo in cui quanto impariamo ci sarà utile e su come potremmo applicarlo un domani, sono fonti continue di motivazione intrinseca  e di autostima. Come in un circolo virtuoso, queste attività innescano una mentalità di crescita e la consapevolezza di poter apprendere e migliorarsi e conducono a risultati inaspettati.

Connessioni .Riflettere su ciò che si impara, collegarlo con quanto già si conosce, discuterne, applicarlo e valutarlo,  scoprire in modo autonomo nuovi concetti, sono tutte attività che aiutano a creare significato, rinforzare le connessioni della nostra memoria e interiorizzare e comprendere ad un livello più profondo le conoscenze apprese. Se crediamo che l’apprendimento non sia solo una semplice trasmissione di informazioni possiamo chiaramente vedere come la partecipazione attiva genera connessioni, rinforzando l’apprendimento e migliorando la sua qualità.

Attenzione. Mettere in campo strategie di apprendimento attivo significa stimolare l’attenzione degli studenti. Gli studenti coinvolti sono meno distratti e focalizzano l’attenzione sull’apprendimento e questo aumenta di molto le loro prestazioni, diminuisce il carico cognitivo e l’affaticamento e aiuta il passaggio delle informazioni alla memoria a lungo termine.

Emozione. L’apprendimento non è solo razionalità ma, come d’altra parte qualunque altro processo cognitivo, è influenzato in modo deciso dalle emozioni. Creare attività che suscitano emozioni positive è una delle condizioni più importanti per favorire il mantenimento dell’attenzione, tenere alta la motivazione e favorire la memorizzazione  e il ricordo delle informazioni.

Più in alto. Se una lezione classica può non essere il metodo più efficace per la semplice trasmissione di conoscenze questo metodo può risultare del tutto inadeguato se il fine della formazione è lil raggiungimento di abilità più complesse lungo la  classificazione di Bloom. Progettare attività ricche di engagement è la giusta strategia per sviluppare abilità come problem solving, applicazione in contesti reali, analisi, pensiero critico, creatività e capacità di valutazione.

Perché annoiarsi? Progettare esperienze di formazione coinvolgenti migliora l’apprendimento da parte degli studenti ma non va tralasciato l’altro lato della medaglia.  Trovare nuovi modi per suscitare interesse, sviluppare il senso critico, favorire la discussione è una continua sfida che stimola anche il formatore. Non solo. Quando tutti gli attori del sistema sono motivati e partecipativi, tutta l’esperienza d’aula (reale o virtuale) diventa più interessante, soddisfacente e perché no anche divertente.

Innovativi. Progettare un percorso di formazione a distanza può dare lo stimolo per innovare la modalità di insegnamento utilizzata e sollecitare la sperimentazione. La filosofia dell’engagement può essere una chiave di utilizzo delle nuove tecnologie in campo didattico e può dare la giusta spinta per mettersi un po’ in discussione, grazie all’utilizzo di strumenti e funzionalità come forum, wiki, drag & drop e social media che di per se includono una forma di interazione.

Ognuno di questi vantaggi è in parte sovrapposto agli altri e in parte li influenza e li rinforza. Progettare attività didattiche ricche di engagement è di per se coinvolgente e aiuta a migliorare ogni variabile di un sistema di formazione.

E allora perché farne a meno?

5 motivi per scrivere un syllabus

Molto spesso la prima cosa che ci si sente dire quando si chiede di scrivere un syllabus è «perché dovrei perdere tempo a scrivere tutte queste informazioni che ho già ben chiare e che so già come comunicare agli studenti?».

Il syllabus, il documento scritto che presenta un corso e raccoglie tutto ciò che è importante sapere per affrontarlo in modo corretto, è molto spesso sottovalutato se non addirittura sconosciuto. La tendenza è quella di dare per scontato che gli studenti abbiano già le informazioni necessarie e che le abbiano interpretate nel modo che il docente si aspetta. Ma l’esperienza ci dice che quasi sempre non è così.  Non solo . Un syllabus ben strutturato è uno strumento fondamentale perché facilita gli studenti durante un corso, ma è  determinante per il successo di una classe perché è anche un validissimo aiuto per il docente.

Vediamo allora 5 motivi per cui è arrivato il momento di investire un po’ di tempo per progettare e scrivere un buon syllabus

Riduce l’ansia. Qualunque tipo di studente, scolastico, universitario, professionale, affronta l’inizio di un percorso formativo con un carico di incombenze e di incertezze sul proprio percorso. Dubbi che spesso si trascinano lungo tutta la durata del corso. In generale non sapere bene cosa ci si aspetta può suscitare curiosità e questo può essere positivo ma in un sistema di apprendimento non conoscere in che modo il docente imposterà la lezione, come sarà strutturata, in che modo verrà affrontata la valutazione, a quale argomento sarà dato maggior peso sono tutte domande che causano una forte incertezza e di conseguenza una buona dose di ansia; e tutto questo riduce notevolmente le prestazioni degli studenti.

La partenza è uguale per tutti. Un buon syllabus fornisce informazioni a tutti gli studenti nello stesso modo e lo fa in maniera esplicita e dettagliata. È molto di più di una semplice comunicazione: è un vero e proprio patto formativo fra il docente e la sua classe, uno strumento di trasparenza che definisce le regole del gioco e chiarisce le aspettative e le richieste. Che tipo di impegno è richiesto, quale metodo di studio è consigliato, quale canale di comunicazione va privilegiato e con quale registro (formale/informale) che tipo di partecipazione ci si aspetta e come viene valutata, sono tutte informazioni che vanno incluse nel syllabus e che contribuiscono a creare un documento che è un vero e proprio contratto che garantisce trasparenza ed equità a tutta la classe.

Meno mal di testa. Ma i vantaggi non sono solo per gli studenti. Ridurre l’ansia, garantire trasparenza, chiarire le aspettative definire le regole del gioco non fanno altro che migliorare il clima della classe ed aumentare l’impressione positiva sul docente e la qualità percepita del corso. Inoltre rendere meno ambigui degli argomenti che sono a cuore dei partecipanti ridurrà in modo significativo le domande, spesso anche ingenue e ripetitive, e le incomprensioni durante tutto il corso, e questo significa aver più tempo da dedicare agli obiettivi dell’apprendimento e soprattutto… meno mal di testa.

Ti aiuta ad organizzare la classe. Scrivere un syllabus, dover rendere in modo esplicito richieste, aspettative, criteri di valutazione spinge il docente a sedersi e a guardare il proprio corso con occhi diversi. La necessità di comunicare ad altri l’organizzazione della classe aiuta quindi a progettare in modo più definito e dettagliato ciò che si era dato per scontato. È un momento di riflessione, quasi un lusso, che altrimenti il docente non sempre riesce a concedersi. E allora perché non approfittarne? Prendersi un po’ di tempo per scrivere un syllabus è sempre un ottimo investimento.

Una traccia del cambiamento.  L’insieme delle decisioni raccolte nel syllabus insieme agli obiettivi e alle raccomandazioni di studio disegnano i contorni della filosofia di insegnamento del docente. Ma queste informazioni non sono sempre stabili. Innanzitutto possono cambiare già durante il periodo di erogazione, come aggiustamenti in corso d’opera. È una buona abitudine infatti spingere gli studenti a rileggere e discutere in gruppo il syllabus per capire se è necessario orientarli meglio o ri-orientare proprio gli obiettivi del corso. Anno dopo anno poi Il documento può essere perfezionato grazie all’esperienza di insegnamento maturata. Ma può anche subire modifiche dovute ad un punto di vista diverso acquisito dal professore o da una svolta  o un’evoluzione durante la carriera. Il syllabus può essere dunque un documento che segna una traccia nel cambiamento della filosofia di insegnamento del docente e che può aiutare, come una mappa, a comprendere e ad aggiustare la direzione che si sta intraprendendo.